Poetics
Poetica

 

[...] poetry is the spontaneous overflow of powerful feelings: it takes its origin from emotion recollected in tranquillity [...]
[...] la poesia è lo spontaneo traboccare di forti sentimenti: essa trae origine dall'emozione rivissuta in tranquillità [...]
(William Wordsworth, English romantic poet)

My photographic poetics is centered on some existential aspects of human experience: limitedness, frailty, suffering, caducity and finiteness, solitude, interior and temporal journey, spiritual life.

The photographic language through which such an artistic vision is expressed is symbolic, figurative: human beings do not necessarily appear in the images, and, if this happens, they are often anonymous, small, distant, shot from behind. Inanimate subjects, composition, mood, tones, signs and lines by themselves are intended to refer directly to feelings and emotions which live in the human heart: pain and sorrow, joy and hope, toil. This is why especially my landscapes talk about people, even when they are uninhabited. They constantly refer to humans, whether traces of the passage of men and women are present in the frames or not. Anyway, these landscapes bear the imprint of the presence of the creature in the face of the ineffability of infinity. A presence often lost and frightened, in not always reassuring and hospitable contexts. As in every autobiographic work, such wide, rarefied and neat landscapes are also inner mirrors: they tell of the author letting his reflections and sensations as well as his needs and desires take form through places and shapes. In short, they are soul landscapes. Long shots of life. Quiet and peaceful settings, but also sometimes twilight and slightly melancholy sceneries, where the eye can in any case rest over the huge empty areas extending towards the horizon. With the romantic transfiguration of the landscapes into infinite worlds. Unlimited in time and space.

I agree with those who think that art should be reconciled with aesthetics. For the good and the true. Thus, on the track of the sublime, I search for beauty and I love to represent it with lyric nuances. In this respect, I admit to be fascinated by pictorial masterpieces, such as the romantic landscapes by the German painter Caspar David Friedrich and the English William Turner or, diversely, the subjects hovering between realism and unreality by the American Edward Hopper. However, I more often rely on the black and white possibilities of simplification and dramatic abstraction to represent my thoughts and imagination, leaving the realism of colour show natural beauty and chromatic suggestions portray sensory experience.

My photography is essential, because essential are the ultimate questions which deeply search the human heart. With photography itself not as an end, but as a means, to investigate and reveal the human being, aiming to recognize, in the observation, the creative and gracious hand of God.

My works are traditional, chemical-analogue, conceived and made with artistic intentions, printed by professionals with fine art materials and techniques, and produced according to the rules of the art system.

 

Year 2011

La mia poetica fotografica è incentrata su alcuni aspetti esistenziali dell'esperienza umana: limitatezza, fragilità, sofferenza, caducità e finitezza, solitudine, viaggio interiore e temporale, tensione al trascendente.

Il linguaggio fotografico attraverso il quale tale visione artistica si esprime è simbolico, figurato: la persona non compare necessariamente nelle immagini e, se lo fa, non di rado è anonima, piccola, lontana, ripresa da tergo. Spesso sono proprio i soggetti inanimati, la composizione, le atmosfere, i toni, i segni e la “grafica” che da soli intendono rimandare ai sentimenti e alle emozioni che vivono nell'animo umano: dolore e travaglio, gioia e speranza, fatica. Ecco perché i miei paesaggi, in particolare, anche quando sono disabitati, desiderano parlare dell'uomo. Essi rinviano costantemente all'essere umano, sia che negli scatti appaiano tracce del suo passaggio, sia che no. In ogni caso, portano l'impronta della presenza della creatura di fronte all'ineffabilità dell'infinito. Presenza spesso spaesata e intimidita, in contesti non sempre rassicuranti e ospitali. E, come in ogni opera autobiografica, questi paesaggi ampi, rarefatti e ordinati sono anche specchi dal di dentro: raccontano dell'autore lasciando che tramite luoghi e forme prendano sembianza le sue riflessioni e sensazioni, le sue esigenze e aspirazioni. In sintesi, sono paesaggi interiori. Campi lunghi dell'esistenza. Scenari generalmente quieti e sereni, ma talvolta corrucciati e crepuscolari e percorsi da una sottile malinconia, dove lo sguardo può comunque riposare nei territori vuoti che precedono l'orizzonte. Coi paesaggi stessi a trasfigurarsi altresì romanticamente in mondi infiniti. Illimitati nello spazio e nel tempo.

Condivido l'idea di coloro che ritengono che l'arte debba riconciliarsi con l'estetica. Per il buono e per il vero. Così, sulle tracce del sublime, ricerco la bellezza e amo rappresentarla sovente con sfumature liriche. E non nascondo, in questo, il fascino su di me esercitato da opere pittoriche quali i paesaggi romantici del tedesco Caspar David Friedrich e dell'inglese William Turner o, diversamente, i soggetti sospesi tra realismo e irrealtà dell'americano Edward Hopper. Ma è poi al bianco e nero, e alla sua capacità di semplificazione e astrazione drammatica, che affido più frequentemente la rappresentazione dei miei pensieri e del mio immaginario, lasciando al realismo del colore la raffigurazione della bellezza naturale e consegnando preferibilmente alle suggestioni cromatiche l'interpretazione dell'esperienza sensoriale.

La mia vorrebbe essere una fotografia essenziale, perché essenziali sono i quesiti assoluti che interrogano profondamente il cuore dell'uomo. Con la fotografia stessa non tanto come fine, ma piuttosto come mezzo, alla ricerca e al disvelamento della persona, mirando a riconoscere, nell'osservazione, la mano creatrice e benevola di Dio.

Le mie opere sono tradizionali, chimico-analogiche, concepite e realizzate con intendimenti artistici, stampate da professionisti con materiali e tecniche “fine art”, e prodotte secondo la prassi del sistema dell'arte.

 

Anno 2011